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SPECIALE 2015, un anno di terremoti

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Sono stati 14973 terremoti localizzati dalla Rete Sismica Nazionale (RSN) dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia nell’anno appena concluso. Nel 2015, in Italia e nelle aree geograficamente limitrofe al territorio nazionale, sono avvenuti in media poco più di 40 terremoti al giorno, quasi un terremoto ogni mezz’ora.  

Rispetto agli anni precedenti il numero di terremoti localizzati è sensibilmente calato: infatti sia nel 2013 che 2014 erano stati oltre ventimila gli eventi registrati sul territorio nazionale, a causa principalmente di alcune sequenze sismiche, con numerosissimi eventi, che si sono protratte nei mesi, come ad esempio quella nel Bacino di Gubbio.

Come ogni anno, la gran parte dei terremoti registrati ha avuto una magnitudo inferiore a 2.0: oltre 13.000 eventi. Se ci si limita a contare i terremoti con magnitudo uguale o superiore a 2.5 (quelli per i quali l’INGV effettua una comunicazione al Dipartimento della Protezione Civile) sono 593 gli eventi nel 2015, mentre nel 2014 si erano superati i 700 terremoti.

I dati di tutti gli eventi sismici che avvengono in Italia vengono rivisti dai sismologi in turno H24 nella Sala Operativa di monitoraggio sismico e pubblicati pochi minuti dopo ogni terremoto sul sito web del Centro Nazionale Terremoti (completamente rinnovato nel 2015), dove è possibile visualizzare anche tutte le informazioni relative a ogni singolo terremoto all’interno di una pagina informativa suddivisa in sezioni tematiche (dati evento, sismicità e pericolosità, impatto, localizzazioni e magnitudo, meccanismo focale, download).

I terremoti localizzati dalla Rete Sismicia Nazionale dell'INGV nel''anno 2015 (fonte dati http://iside.rm.ingv.it)

I terremoti localizzati dalla Rete Sismica Nazionale dell’INGV nel 2015 (fonte dati http://iside.rm.ingv.it).

Come negli ultimi due anni, anche nel 2015 non si sono verificati terremoti con magnitudo uguale o superiore a 5.0. Come evidenziato dal grafico dell’andamento temporale della sismicità (vedi sotto) sono stati ben 18 i terremoti di magnitudo tra 4.0 e 4.8180 quelli di magnitudo compresa tra 3.0 e 3.9 e poco oltre 1700 quelli di magnitudo compresa tra 2.0 e 2.9. Restano gli eventi di magnitudo inferiore a 2.0, oltre 13.000, che rappresentano la stragrande maggioranza della sismicità registrata dalla Rete Sismica Nazionale.

Andamento

Andamento temporale della sismicità su tutto il territorio nazionale nell’anno 2015, in funzione della magnitudo, dal giallo (M<2) al rosso (M>=4).

Si sente spesso dire che i terremoti avvengono principalmente in certe stagioni o in certi orari. Per verificare questa seconda ipotesi, abbiamo analizzato il numero dei terremoti del 2015 divisi per fasce orarie. Il grafico di sinistra, relativo a tutti gli eventi localizzati, mostra un maggior numero di eventi nelle ore notturne rispetto a quelle diurne. Questo potrebbe far pensare che di notte avvengano più terremoti. Un’altra possibilità è invece che la notte la Rete di monitoraggio sismico sia più sensibile, a causa del minore rumore sismico che si registra. In questo secondo caso, la variazione riguarderebbe i micro-terremoti, che potrebbero essere “oscurati” dalle maggiori oscillazioni diurne dovute alle attività antropiche (traffico, attività industriali, agricoltura, ecc.).
In effetti, se guardiamo alla distribuzione dei soli terremoti di magnitudo uguale o superiore a 2.0, la differenza giorno/notte sparisce: le variazioni sono effettivamente limitate ai piccoli terremoti. Sono dovute quindi alle variazioni del livello di rumore sismico e non a una reale differenza nell’andamento della sismicità.

distribuzione_oraria_dei_terremoti_2015_ALL distribuzione_oraria_dei_terremoti_2015_M2

Nella tabella sotto sono elencati i terremoti di magnitudo superiore o uguale a 4.0 avvenuti nel 2015.

Tabella dei terremoti di magnitudo maggiore o uguale di 4.0 avvenuti nel 2015.

Terremoti di magnitudo maggiore o uguale a 4.0 registrati dalla Rete Sismica Nazionale nel 2015.

Dalla tabella si nota che l’evento di magnitudo maggiore (Mw 4.8) è stato localizzato il 1° novembre al di fuori del territorio nazionale e più precisamente al confine tra Slovenia e Croazia. Inoltre, una buona parte dei terremoti di magnitudo maggiore di 4.0 hanno avuto epicentro in mare, soprattutto nel Tirreno Meridionale e nel Mar Ionio.  

La sismicità del 2015 nel sud Italia classificata e tematizzata anche in base alla profondità ipocentrale. tematizzata in base

La sismicità del 2015 nell’area nel Tirreno meridionale e dello Ionio dove vengono registrati terremoti profondi. Gli eventi sono rappresentati in base alla loro magnitudo e alla loro profondità ipocentrale.

Guardando la mappa dei terremoti localizzati in quest’area notiamo che spesso avvengono a profondità tali (anche oltre i 100 km) da non essere avvertiti in superficie.  Al contrario, quelli con ipocentro più superficiale (minore di 20 km) hanno avuto alcuni risentimenti diffusi, come il terremoto dell’8 agosto nei pressi delle Isole Eolie (ML 4.1) e il terremoto del 20 dicembre al largo di Palermo (ML 4.2). Tornando a scorrere la tabella dei terremoti più forti del 2015 si nota che anche nel Mar Adriatico sono stati registrati alcuni terremoti di magnitudo maggiore di 4.0, in particolare al largo delle coste abruzzesi del teramano (Mw 4.2, 29 maggio) e a nord delle Isole Tremiti (Mw 4.4 e 4.2, entrambi il 6 dicembre). Gli eventi sismici con epicentro non in mare sono i terremoti avvenuti nelle province di Bologna (Mw 4.3) il 23 gennaio, dell’Aquila (Mw 4.1) il 28 febbraio, di Ravenna (ML 4.0) il 24 aprile , di Cosenza (Mw 4.0) il 3 agosto, tutti risentiti dalla popolazione come testimoniano i questionari inviati al sito www.haisentitoilterremoto.it.

legenda

Mappa dei meccanismi focali dei terremoti principali avvenuti nel 2015. Il colore è indicativo della magnitudo, secondo la legenda in alto a destra (dettagli in http://cnt.rm.ingv.it/tdmt).

La distribuzione dei meccanismi focali  dei maggiori terremoti del 2015 ricalca per lo più gli andamenti geologici conosciuti, ma presenta qualche novità che andrà approfondita. Come si nota dalla mappa qui sopra, i terremoti del nord (Friuli-Venezia-Giulia, Veneto) mostrano meccanismi focali di tipo compressivo, coerenti con gli eventi precedenti (Friuli, 1976) e con quanto ricavato dai dati geodetici. Una buona parte dei terremoti lungo la dorsale dell’Appennino, dal confine Emilia-Toscana all’Umbria-Marche, Lazio-Abruzzo e Calabria, mostrano meccanismi estensionali, come la maggior parte dei forti terremoti appenninici (Irpinia 1980; Colfiorito, 1997; L’Aquila 2009 tra gli altri). Meccanismi compressivi si evidenziano per i terremoti in Adriatico e nel Gargano, ma anche per due casi nella Pianura padana emiliana e lungo la costa ionica della Basilicata. Infine, per i terremoti profondi del Tirreno meridionale  si osservano meccanismi di tipo “down-dip compression” (associati quindi a compressione lungo la direzione di sprofondamento dello slab), legati alla subduzione della litosfera ionica sotto l’arco calabro e il Tirreno meridionale.

La distribuzione spazio-temporale della sismicità nel 2015 è evidenziata in questa animazione che in un minuto mostra, settimana per settimana,  gli epicentri degli oltre 14 mila terremoti registrati dalla Rete Sismica Nazionale dell’INGV classificati e visualizzati in base alla propria magnitudo.

Guardando il video si nota che nel 2015 la maggior parte della sismicità si è manifestata attraverso sequenze sismiche: circa due terzi dei terremoti risultano organizzati in sequenze. Analizzando i dati del 2015 con una tecnica specifica (Reasenberg, 1985), e limitandosi a quelle in cui la somma delle energie rilasciate da tutti i terremoti del raggruppamento (cluster) è equivalente o superiore a un terremoto di magnitudo 3.5, si ottiene un totale di circa 30 sequenze. Questo numero è in linea con quello osservato negli anni precedenti. In generale, al crescere della magnitudo del terremoto principale (il più forte) cresce il numero di terremoti di una sequenza, anche se questo non vale sempre. Anche la durata di una sequenza può variare, anche a parità dell’evento più forte, da alcune decine di minuti fino a molti mesi. Delle 30 sequenze individuate quasi tutte sono costituite da almeno 5 eventi ciascuna. Alcune sequenze hanno avuto breve durata e pochi eventi, altre invece sono durate diversi mesi e hanno superato il migliaio di terremoti registrati. Nella mappa qui sotto le sequenze individuate sono classificate in base alla loro durata: gran parte di esse ha una durata inferiore alle due settimane, ma alcune arrivano anche a superare i due mesi.   

sequenze2015_tempo

Distribuzione areale delle sequenze sismiche durante il 2015. Sono mostrate soltanto quelle con magnitudo equivalente maggiore di 3.5. La grandezza e il colore dei simboli sono proporzionali alla durata secondo la legenda in basso a sinistra.

Nel 2015, il maggior numero di sequenze si è avuto nell’Appennino centro-settentrionale, dove si sono osservate quelle di maggiore durata, mentre altre sequenze si sono verificate lungo le Alpi, nel mar Adriatico e in Sicilia, dove hanno prevalso quelle più brevi. Di seguito riassumiamo i dati delle principali sequenze sismiche del 2015, mentre per i dettagli su ciascuna di esse rimandiamo agli approfondimenti pubblicati in precedenza su questo blog.

Le sequenze in Appennino bolognese 

Sequenza di Castiglione dei Pepoli (BO)

Massima magnitudo registrata nel 2015: Mw 4.3, 23 gennaio ore 06:51 (UTC).  

Numero di eventi registrati nel 2015: 301.

Link eventoLink approfondimento|

Sequenza di Lizzano in Belvedere (BO) 

Massima magnitudo registrata nel 2015: Mw 3.7, 22 luglio ore 12:57 (UTC).  

Numero di eventi registrati nel 2015: 1140.

la sequenza

La sismicità nell’area dell’Appennino bolognese tra le province di Bologna, Modena e Pistoia. Si notano le due principali sequenze: ad est quella di Castiglione dei Pepoli (BO), ad ovest quella di Lizzano in Belvedere (BO).

La sequenza in provincia di Firenze

Massima magnitudo registrata nel 2014: ML 3.8, 13 settembre ore 01:04 (UTC).  

Numero di eventi registrati nel 2014: 94.

Link sequenza e approfondimento settembre | Link sequenza e approfondimento marzo

Firenze

La piccola sequenza sismica a sud di Firenze. Due gli eventi maggiormente risentiti, il 13 settmbre (ML 3.8) e il 4 marzo (Mw 3.7).

La sequenza in Adriatico centrale

Massima magnitudo registrata nel 2015: Mw 4.4, 6 dicembre ore 16:24 (UTC).  

Numero di eventi registrati nel 2015: 34.

Link sequenza 

La sequenza simsica

La sequenza nel Mar Adriatico al largo delle coste abruzzesi-molisano-pugliesi. Si notano i due eventi di magnitudo Mw 4.4 e 4.2 del 6 dicembre. Più a nord l’evento del 29 maggio al largo delle coste abruzzesi del teramano (Mw 4.2).

La sequenza nel Mar Tirreno Meridionale (al largo di Palermo)

Massima magnitudo registrata nel 2015: M4.0, 20 dicembre ore 09:46 (UTC).  

Numero di eventi registrati nel 2015: 10.

Link sequenza | Link approfondimento

La seqeunza

I terremoti registrati al largo di Palermo nel 2015.

La sequenza tra le province di Ravenna e Forlì-Cesena

Massima magnitudo registrata nel 2015: ML 4.0, 24 aprile ore 15:02 (UTC).  

Numero di eventi registrati nel 2015: 149.

Link sequenza

Forlì_2015

La sequenza sismica tra le province di Ravenna e Forlì-Cesena.

La sequenza nel Bacino di Gubbio

Massima magnitudo registrata nel 2015: ML 3.0, 9 gennaio ore 09:34 (UTC).  

Numero di eventi registrati nel 2015: circa 2000.

gubbio

La sismicità nell’area di Gubbio durante il 2015 al confine tra Umbria e Marche. Nella mappa notiamo anche altre sequenze più a nord, ad esempio a nord-est di Città di Castello.

Durante tutto il 2015 è stato possibile consultare gli articoli della rubrica ITALIA SISMICA del BLOG attraverso una story map  di tipo MAP JOURNAL, che integra la mappa interattiva dei terremoti con i contenuti (foto, testi, immagini) dei singoli articoli. Sulla mappa interattiva è possibile anche interrogare i singoli eventi ed avere informazioni sulla magnitudo, la data\ora e la profondità. Il MAP JOURNAL della sismicità del 2015 è inserito nella galleria story maps & terremoti, o direttamente raggiungibile al seguente indirizzo: http://arcg.is/1DNrkY6.

La story map

A cura di Maurizio Pignone con la collaborazione di Alessandro Amato e Franco Mele (INGV – CNT).


Crediti dati

ISIDe Working Group (INGV, 2010), Italian Seismological Instrumental and parametric database: http://iside.rm.ingv.it

I dati della sismicità mostrati sono quelli derivanti dall’analisi in tempo reale dei sismologi della Sala Operativa di monitoraggio sismico, che vengono poi rivisti dagli analisti sismologi per confluire nel Bollettino Sismico Italiano.

Si ringrazia Laura Scognamiglio (INGV – CNT) per la mappa dei meccanismi focali dei terremoti principali avvenuti nel 2015.


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